Tutti gli articoli di Davide Truzzi

Limbo copertina quadrata

Un viaggio nel Limbo

Questa è una storia che mi girava in testa da anni. Non abbastanza lunga per farne un libro, né abbastanza corta da farne un semplice racconto. Così ne è uscita una mezza via che ho pubblicato gratuitamente (offerta libera, per chi vorrà) qui:

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Tra vita e morte esiste un Limbo abbandonato e impolverato, dove piloti in nero guidano auto sportive e conducono, come moderni Caronte, le anime dei morenti verso il riposo.
Siamo in Italia, è il 1976 e, questa volta, le strade addormentate di quel mondo conosceranno un’avventura che le scuoterà dal torpore.

Settanta pagine (più o meno) iniziate e finite in meno di due settimane di dicembre. Mentre la scrivevo m’è parso d’averlo già fatto in testa da tempo. C’è tanto di me qui dentro, forse troppo. Ma va bene così.

Buon Natale e Buon 2024

La copertina di Miserere, opera di Corrado Vanelli

L’anno di Miserere

Ricordo di aver scritto, in una qualche intervista d’anni fa, che non avrei impiegato i sette anni occorsi per In Nomine Patris per pubblicare il secondo libro. Ho mentito, anche se non potevo saperlo.

A mia discolpa posso dire che per un libro lungo una volta e mezza il primo ho impiegato, in verità, circa sei anni: la prima stesura porta la data di dicembre 2018. Avremmo dovuto (e voluto) pubblicarlo nel 2019, ma non ci fu modo e ci dicemmo che si poteva fare a primavera 2020…

Quel che è successo poi, nel mondo come nel nostro paese, è una triste storia che non ho intenzione di rivangare (anche se è bene tenerla sempre bene a mente, per ricordarsi certe facce). Così il 2020 è diventato un “forse 2021”, poi uno “speriamo nel 2022” e, alla fine, siamo alla metà del 2023. Mi scuso e ci accontentiamo, nella speranza che la lunga attesa sia valsa la pena, e voltiamo pagina.

Parliamo dunque di Miserere, finalmente. Come In Nomine Patris è sangue e ossa, radici e catene, pugni e carezze, ma lo è in modo diverso: respira più forte, vede più lontano; posa gli occhi su mondi al di là della morte che i Vivi non conoscono, regni in cui nessuno vorrebbe mettere piede e altri in cui lo si potrebbe desiderare, ma difficilmente si sarebbe disposti a pagarne il prezzo. Mondi perduti, freddi come le antiche, ancestrali anime che li abitano e che vogliono disperatamente sopravvivere, per un motivo o per l’altro, affinché ai loro millenni se ne aggiungano altri. Miserere trascina e incrocia avvenimenti di remoti passati, profondi rancori e atroci battaglie che i Vivi mai conobbero, col destino ultimo dei mortali e dell’ultimo Regno in cui nuove Anime possono ancora nascere.

Non è un invito a un viaggio facile, ma spero che qualcuno decida di seguirmi.

Immagine di un corvo

Nec Spe, Nec Metu

Né con speranza, né con timore. Così recita un motto latino a me caro, che ben riassume lo spirito con cui si affrontano i periodi difficili.

Credo sia la frase migliore per descrivere i tempi d’incertezza che stiamo vivendo, da tollerare giorno per giorno nella certezza, però, che non potranno durare per sempre.

Non vi tedierò con considerazioni sulla vita e sul lavoro: ci sono molte persone che vivono questi giorni molto peggio di come li vivo io, e a tutti loro va il mio rispetto e il mio incoraggiamento. Sarei stato ben felice di parlare di Miserere, se fossimo riusciti a metterlo in stampa per tempo, ma data la situazione che sta vivendo il paese purtroppo bisognerà attendere ancora.Non ho ancora perso le speranze per una pubblicazione entro il 2020, al più tardi nei primi mesi del 2021: vi terrò informati. Nel frattempo vorrei farvi sapere che ho ripreso in mano la penna e ho idee per nuovi racconti e per un nuovo romanzo che, come da mia abitudine, impiegherò il triplo del tempo dichiarato a finire…

Nel frattempo, però, una novità c’è: Ringrazio Linee Infinite per aver ripubblicato In Nomine Patris in ebook, si può trovare qui.

Un grazie e i migliori auguri per tutti voi.

Viva L’Italia.

Vampyros Lesbos, Jesus Franco 1971

Jesus Franco, sangue di celluloide

Chiudiamo il cerchio aperto con l’articolo dedicato a Jean Rollin con un altro nome noto. Anzi, con molti nomi.
Come i precedenti, anche questo articolo è stato scritto anni fa per Medeaonline, ma lo ripropongo nella sua versione integrale.

Il regista dai cento nomi

Da James P. Johnson o Clifford Brown (e Clifford Brown jr), passando per Frank Hollman, A.L. Malraux, Dave Tough, Jeff Manner, David Kuhne, Manfred Gregor o James Lee Johson… una pletora di firme sotto una ancor più vasta filmografia, a cui si possono aggiungere Jess Frank e Jess Franco.

Tutti pseudonimi, però, e di una sola persona: Jesus Franco.
Del resto, tutti questi nomi messi assieme (molti tratti dal mondo del Jazz) sono molto più credibili della realtà secondo cui un solo regista, nella sua carriera, sia riuscito a dirigere 244 (duecentoquarantaquattro) film di qualsiasi genere, che spaziano dalla commedia all’horror passando per il noir, i musical e la sperimentazione.

E se questo non bastasse, oltre che regista Franco seppe essere tanto direttore della fotografia quanto sceneggiatore, compositore, montatore, persino direttore del doppiaggio e doppiatore egli stesso.
Impossibile parlare della filmografia di Franco se non per sommi capi, e in questo articolo parlerò di ciò che l’ha reso più famoso e per il quale viene spesso accostato a Jean Rollin (a torto): la sexploitation.

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Jean Rollin, La Rose de Fer (1973)

Le vampire nude di Jean Rollin

Nell’articolo di qualche mese fa accennai al fatto che la Hammer Film, nell’ultimo periodo della sua esistenza, introdusse elementi sempre più marcatamente erotici per mantenersi il più possibile al passo coi tempi. Nei tardi anni ’60, infatti, i gusti del pubblico erano cambiati e il gotico dovette riadattarsi per sopravvivere, prima di scomparire quasi del tutto.
Uno degli ultimi colpi di coda di questo genere fu una variante in particolare che strizzava l’occhio all’exploitation, ossia quella che amplificava l’erotismo poco più che accennato del gotico di inizio ’60 fino a farlo sconfinare nella pornografia soft, e creando così un insolito mix di erotismo e orrore, spesso a tema vampiresco.

Diversi registi di quegli anni si dedicarono a questo particolare genere, tra cui i più famosi furono Jesus Franco e Jean Rollin. Spesso accomunati, eppure diversissimi sul piano espressivo, questi due registi sfornarono alcuni cult che ancora oggi si guardano con piacere.
Con questo articolo vi parlerò, però, del solo Rollin e delle sue vampire. Un po’ per gusto personale, e un po’ perché presto cadrà l’anniversario dei cinque anni dalla sua morte1.
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Dracula 1958, Cristopher Lee

La rivoluzione di Hammer Films

Grande cosa, l’horror gotico. Non mi stancherò mai di ripeterlo.
Nell’articolo precedente ho parlato di quel che è stato l’horror gotico italiano, e ho accennato al fatto che cotanta visionaria bellezza è stata possibile sull’onda del successo dei primi, indimenticabili film usciti dagli studi della Hammer Films, in particolare di Dracula del 1958.

Ma cosa ha dato alle produzioni Hammer l’importanza che effettivamente viene riconosciuta anche oggi da registi del calibro di John Carpenter e Tim Burton? La risposta è banale e complessa al tempo stesso: Era la metà degli anni cinquanta, e Hammer Films reinventava l’Horror. Continue reading

Mario Bava e gli altri: Il Cinema Gotico Italiano

Nota per il lettore

C’è un concetto che vorrei passasse a qualsiasi costo attraverso questo articolo, ma è un qualcosa che temo possa sfuggire ai miei (pochi) lettori se ne scrivessi subito e apertamente. Per questo ho deciso di cominciare questo articolo in un modo piuttosto inusuale, ossia con una sfida: Sicuramente avrete visto almeno un film di Quentin Tarantino, dunque vi esorto ad appuntarvi, in qualche parola, cosa pensate dei suoi film riguardo al suo uso delle inquadrature, della fotografia e dei colori.Fatto questo, continuate a leggere. Capirete il perché alla fine dell’articolo. Continue reading