Sarò brevissimo: Il mio nome è Davide Truzzi e, giusto per dovere di cronaca, per lavoro faccio tutt’altro che scrivere, sono un autore di fantastico e gotico e ho fondato una webzine dedicata alla musica metal (IronFolks, divenuta poi MetalGarage). Amo le auto d’epoca e le armi da fuoco, più altre cose di minore importanza.
Ma non è di questo che mi preme parlare. La mia vita lavorativa o i miei interessi non hanno nulla a che vedere con lo scopo per il quale ho aperto questo sito, tra l’altro in un momento in cui i blog tendono a chiudere più che ad aprire, lentamente sconfitti dalla costante, spaventosa, inarrestabile desertificazione culturale che avanza e di cui la società è insieme vittima e colpevole.
Intendiamoci, io non mi sento un genio che ha capito tutto della vita né un profeta di chissà quale Verità, non mi considero un arrivato e nemmeno un esperto in qualcosa; faccio il possibile per approfondire le mie conoscenze sulle materie che mi stanno a cuore, con tutta l’umiltà di cui sono capace. Una cosa, però, l’ho ben chiara: il cammino che ho scelto e la direzione che ho dato alla mia attività intellettuale.
Ciò detto, se quel che vi aspettate da un blog sono articoli spigliati e divertenti, storielle leggere in grado di strappare un sorriso, o peggio ancora post e classifiche superficiali da condivisione compulsiva (i dieci migliori modi per fare soldi coi vostri like), o aforismi banali e pensierini da scuola media scritti sui post-it… dimenticatevi di me, non ho davvero nulla da offrirvi, nemmeno un sorriso.
Non mi interessa far salire il contatore delle visite adeguandomi a ciò che chiede la massa, non entrerò mai nel circolo vizioso dell’intrattenimento che vivacchia all’ombra dei social network. Siamo sul bordo di un leviatanico Maelstrom della mediocrità, ma preferisco remare contro corrente per stare fermo, piuttosto che tirare i remi in barca e sentirmi meno solo, girando nel gorgo assieme a tutti gli altri.
Ho aperto questo blog per parlare di cose serie: di letteratura e di immaginario fantastico, di espressionismo e avanguardismo, di quel tanto che cerco di studiare e di quel poco che mi sento in grado di dire. Cinema e letteratura gotica e horror, la mia visione filosofica del genere fantastico, musiche oscure e sconosciute, i miei racconti dell’orrore e del grottesco sulle orme di Poe e Lovecraft: ecco alcuni degli argomenti di cui voglio parlare, e voglio farlo a modo mio.
Non mi illudo, però: so benissimo che la gratificazione che ne ricaverò non potrà mai valere lo sforzo. Ma l’arte difficilmente si sposa con la ragione, e l’immaginazione è forse l’ultimo spazio che sono disposto a concedere alla mia parte irrazionale, quella che non s’è mai rassegnata al mondo che ha attorno, e che se non può trovarne uno diverso, cerca almeno di sognarlo.
Come te sono convinto dell’inutilità di ogni sforzo e la sola ragione per cui leggo o scrivo è che mi sentirei ancora più miserabile se non lo facessi. Non studio più come facevo da giovane, quando pensavo che servisse a qualcosa. Oggi il mio unico scopo è ammazzare la noia, ed è già tanto. L’unica motivazione legittima, in arte, è il proprio piacere: dire le cose perché devono essere dette, o perché dicendole si riesce a stare un po’ meglio.
H.P. Lovecraft a F.B. Long, lettera del 9 giugno 1922